Cambiare lavoro, cosa succede ai contributi?

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Il mondo del lavoro è profondamente trasformato, evoluto, più precario e flessibile. Questo comporta che le persone si ritrovino sempre più spesso a cambiare mestiere e luoghi di lavoro anche dopo diverso tempo, senza sapere però che fine fanno i contributi accumulati fino a quel momento. 

A tal proposito non tutti sono a conoscenza del fatto che le diverse professioni appartengono a diverse casse previdenziali.

Cosa accade dunque? 

Proprio per tutelare quei lavoratori che hanno cambiato spesso lavoro, le leggi permettono di sommare i contributi versati nelle diverse casse e arrivare così a maturare il diritto alla pensione. 

Per fare ciò è possibile eseguire tre diverse operazioni:

  • la ricongiunzione onerosa;
  • il cumulo;
  • la totalizzazione dei contributi.

Ma di cosa si tratta?

Nel primo caso, ossia quello della ricongiunzione onerosa, è previsto uno spostamento dei contributi da una cassa a un’altra pagando un onere abbastanza elevato, non presente nelle altre due modalità. 

Il cumulo, invece, consente l’applicazione di un criterio di calcolo pro-quota secondo le regole specifiche di ciascuna gestione.

La totalizzazione dei contributi, infine, comporta una sommatoria virtuale di diversi spezzoni di vita contributiva, grazie alla quale è possibile ottenere pro-quota un’unica pensione.

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